Se hai letto la mia presentazione in questo blog sai che sono italiana e non ho alcuna ascendenza britannica (anche se una volta, per lavoro, finsi di essere una londinese con la nonna italiana. Ma questa è un'altra storia!). Il mio inglese è, anche a detta dei madrelingua, di ottimo livello e ho una pronuncia inglese britannica piuttosto marcata. Eppure non avevo mai pensato di essere io a trasmettere la conoscenza della lingua inglese a mia figlia.
Il mio background di studi è linguistico. Ho studiato Lingue e Letterature Straniere e poi Traduzione e Interpretariato. Durante il percorso accademico ho approfondito le teorie sul bilinguismo e, benché non ci fossero controindicazioni su un genitore non madrelingua che trasmettesse la sua lingua seconda al(la) figli*, non mi sentivo a mio agio all'idea di parlare inglese. La mia lingua madre è pur sempre l'italiano, mi dicevo, e la madrelingua è la lingua dell'affetto, dell'istinto. E poi una volta nata la bambina eravamo in lockdown (marzo-maggio 2020), mi sentivo stanca, l'allattamento e l'isolamento da tutti i miei cari mi stavano provando e l'idea di impegnare risorse mentali per parlare solo inglese non mi allettava.
Pensavo che l'unico modo fosse parlare alla bambina esclusivamente in inglese e non me ne facevo una ragione perché comunque volevo anche trasmetterle la mia lingua madre, l'italiano.
L'unica alternativa sembrava trovare delle attività ludiche strutturate a cui associare l'inglese. Ma io non sono una tipa da attività strutturata. Sono creativa, ma non mi piace sporcarmi le mani; non amo i giochi da tavolo o i puzzle. In più, le attività che trovavo online erano adatte a bambini già più grandicelli, non certo a neonati.
Prima della pandemia avevo pensato di prendere una babysitter una volta a settimana che le parlasse inglese, ma con la pandemia in corso volevo limitare le interazioni al necessario.
Ci ho pensato per mesi e alla fine, anche osservando la mia bambina crescere, osservando attivamente i suoi interessi e le sue preferenze, quando aveva 16 mesi ho avuto l'ispirazione.
Aveva iniziato a guardare dei video su YouTube mentre faceva l'aerosol per i primi malanni invernali e, dopo una prima passione per i video di Carolina e Topo Tip, la sua passione era cambiata e si era rivolta a Peppa Pig.
Peppa Pig non è certo il cartone più educativo della vita. Insomma, c'è una famiglia di maiali che salta nelle pozzanghere ad ogni buona occasione.
Però, ascoltando un episodio in inglese, mi sono accorta che parlano un inglese chiaro e corretto e con quello che per me è un piacevolissimo accento British.
Così ho iniziato a farglielo vedere solo in inglese.
In estate poi ho trovato il nostro modo per cominciare a immergerci nell'inglese.
Ho acquistato dei libri di Peppa Pig in inglese e ogni volta che mia figlia sceglie uno di quei libri io faccio switching verso la lingua inglese.
Parliamo in inglese finché lei sceglie un altro libro in italiano, e così riprendiamo a parlare italiano. Lo stesso quando mi chiede di guardare Peppa Pig su YouTube. Inizio subito a parlare in inglese e anche, quando ha finito, le parlo inglese finché non iniziamo un'attività che richiede preferibilmente l'italiano o finché non arriva il papà ad interagire con noi.
Approfondirò la nostra esperienza bilingue in prossimi articoli. Spero che ti sia d'ispirazione!
Enjoy!
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