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Crescere bambini bilingui - come si diventa bilingue?

Per diventare bilingue, a qualsiasi età, il primo passo è immergersi nella lingua. Apprendiamo la nostra lingua madre perché vi siamo immersi fin da quando eravamo nel pancione, percependo i suoni esterni al grembo materno, i suoni delle parole dei nostri familiari più stretti (in primis mamma e/o papà) e quelli del mondo circostante, della società. Se sei italiano nato in Italia da una famiglia di origini italiane la tua lingua madre sarà, non a caso, l’italiano. Certo, se sei nato in Liguria parole come pesto, focaccia, abelinato, saranno il tuo pane quotidiano. Così non sarà se sei nato in Toscana o in Puglia, dove acquisirai delle competenze sempre di lingua italiana ma alcune differenze. Anche una stessa lingua, infatti, ha sfaccettature diverse in base all'area geografica o al contesto sociale o all’età anagrafica dei parlanti.

L’immersione passiva va bene fino ad un certo punto però, perché deve poi evolversi verso una necessità di interazione comunicativa in cui si comincia a parlare, inizialmente con piccole parole o frasi fino a raggiungere una competenza sempre maggiore.

I neonati e le neonate e così i bambini e le bambine (almeno fino al 'periodo critico' degli 8 anni) hanno ‘vita facile’ perché il loro cervello è ancora ‘modellabile’ e in grado di acquisire senza eccessivo sforzo più lingue. Per persone più grandi le difficoltà aumentano perché l’influenza della L1 (la prima lingua acquisita) è elevata e inoltre diventa più complicato percepire i suoni distintivi delle altre lingue. Tuttavia, uno studio del 2018 dello MIT Massachusetts Institute of Technology e dell’università di Harward ha mostrato che fino ai 17 o 18 anni si ha una maggiore facilità nell’apprendere le lingue. Anche gli adulti possono imparare una nuova lingua come i neonati, cioè attraverso una immersione ‘passiva’ nella lingua e poi gradualmente iniziare a interagire con piccole parole e frasi.


Il bilinguismo o multilinguismo non è solo da considerarsi tale quando una persona è cresciuta fin dalla nascita parlando due o più lingue. Esistono diversi gradi di bilinguismo o multilinguismo.


Prima ho fatto riferimento alla differenza fra chi nasce in Liguria e chi nasce in Toscana o in Puglia proprio perché, alla fine, ognuno di noi è un po’ multilingue perché ha competenza in diverse varietà di italiano oppure perché parla anche un dialetto locale. Si può essere bilingue o multilingue parlando due o più lingue con livelli di competenza differenti.


Ma tu stai leggendo questo articolo per sapere come crescere tuo figlio o tua figlia bilingue. Arriviamo al sodo. Ecco quali sono i quattro metodi classici per attivare il bilinguismo in famiglia. Queste strategie di bilinguismo hanno vantaggi e svantaggi e sta a te trovare quella vincente per la tua famiglia o adattarla alle vostre esigenze familiari.


· Il metodo OPOLOne parent one language. Si tratta della strategia di bilinguismo più nota: un genitore parla una lingua, mentre il secondo genitore ne parla un’altra.


Sicuramente questa metodologia ha il vantaggio di dare delle linee guida comunicative molto chiare al bambino o alla bambina, che svilupperà anche un legame affettivo molto forte con entrambe le lingue che sono parlate dai suoi genitori (l’affettività crea una base più solida nello sviluppo del linguaggio). Inoltre se entrambe le lingue sono le madrelingua dei genitori ci sarà anche la necessità di parlare efficacemente entrambe per comunicare con le rispettive famiglie di origine.


Lo svantaggio di questo metodo è che è pratico ed efficace quando i genitori parlano la propria madrelingua o comunque una lingua che hanno acquisito quasi come la loro lingua madre. Parlare al proprio figlio o alla propria figlia esclusivamente in una lingua che conosciamo bene ma di cui ci mancano alcune sfumature della sfera degli affetti o che non sentiamo pienamente ‘nostra’ comporta uno sforzo mentale e umano rilevante e questo può non essere adatto o voluto da tutti. Inoltre se si opta per il metodo OPOL e una delle lingue parlate in famiglia è minoritaria (quindi si crea interazione in quella lingua solo fra genitore e figlio, e basta) con il tempo si potrebbe ridurre il senso di necessità di quella lingua e innescare nel bambino o nella bambina un meccanismo di comprensione passiva senza la volontà o persino la capacità di rispondere usando la stessa lingua.


· Il metodo MLAHMinority Language at Home. Questa strategia di bilinguismo è diffusa e rimanda ai contesti di migrazione. La lingua parlata in famiglia è diversa dalla lingua del paese in cui la famiglia vive e dunque del contesto sociale esterno.


Se ti ritrovi in questo metodo potrebbe essere che la tua famiglia abbia origini straniere rispetto al paese in cui vivi (ad esempio una famiglia italiana residente in Germania, oppure una famiglia marocchina residente in Italia) e hai deciso di mantenere viva la lingua d’origine nella tua casa. In alternativa tu e la tua famiglia avete fatto una scelta specifica: parlare in casa una lingua che vi accomuna e che volete trasmettere alla prole pur non trattandosi della lingua del vostro paese di origine né del paese in cui vivete (ad esempio una famiglia italiana in Italia che decide di parlare esclusivamente in spagnolo in casa).


Questa strategia linguistica ha il vantaggio di stimolare molto la comunicazione nella lingua seconda e di collegarla a momenti di affetto e familiarità. Lo svantaggio del metodo MLAH è che se il bambino o la bambina non ha momenti di socialità al di fuori della famiglia può rimanere escluso/a dalla lingua principale della comunità fino a che non inizia regolarmente la scuola. E infine ritorniamo a uno svantaggio già citato per la tecnica OPOL: se anche solo uno dei genitori non si sente a proprio agio o sicuro nel parlare la sua seconda lingua a casa questo può essere deleterio in primis per il genitore stesso ma anche poi per la competenza linguistica del figlio o della figlia che ne risulterebbe compromessa (il genitore sbaglia la pronuncia di alcune parole oppure utilizza strutture grammaticali errate o utilizza uno slang marcato).

· Il metodo ‘una lingua – un contesto’. In questo caso la strategia di bilinguismo in famiglia consiste nel definire una attività o un momento della giornata o un luogo in cui si parla la seconda lingua.


Questa tecnica richiede una maggiore pianificazione ma ha il vantaggio di portare buoni risultati in quanto il bambino o la bambina apprendono rapidamente quando e/o dove e in quali circostanze parlare la seconda lingua e questo passaggio da un codice all'altro (code switching) diventerà naturale. Il metodo può essere facilmente adeguato alle specifiche esigenze di ogni famiglia. Lo svantaggio di questo metodo è nel lungo periodo: poiché il contesto in cui si parla la seconda lingua è più limitato e vincolato a determinate condizioni, starà al genitore cercare stimoli nuovi e adeguati da fornire al bambino o alla bambina ogni volta; inoltre ad un certo punto la seconda lingua potrebbe non essere più sentita come utile e quindi essere ‘abbandonata’ e mantenuta solo in termini di competenza passiva.

· Mescolare le lingue. Questa strategia in realtà non necessita di alcuna pianificazione e prevede semplicemente l’uso di una lingua o dell’altra quando si vuole.


Si tratta di uno schema tipico di paesi dove ancora si parlano dialetti o lingue minoritarie o dove ci sono più lingue ufficiali con pari dignità sociale. Tuttavia, questo mix linguistico (code mixing) può alla fine favorire una lingua a svantaggio dell’altra.


Io personalmente ho scelto di adottare un mix di OPOL e ‘una lingua – un contesto’: io sono l’unico genitore con cui mia figlia si relaziona in inglese e parliamo inglese solo in determinati momenti di gioco o di lettura. Ho riflettuto a lungo su quale fosse la strategia vincente per noi e per ora sono soddisfatta del risultato, sebbene l’esposizione che mia figlia ha alla seconda lingua sia sicuramente molto ridotta rispetto all’esposizione all’italiano.


Ti ricordo che qualsiasi metodo sceglierai di adottare è perfettamente normale per il bambino o la bambina, specialmente all’inizio, fare code switching e code mixing - sono le loro 'prove tecniche'!


Hai trovato la strategia di bilinguismo che fa per te e per la tua famiglia?


Continua a leggere il blog per trovare altre ispirazioni utili per introdurre una seconda lingua nella quotidianità della tua famiglia. Enjoy!




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